125 anni di storia

“Hegel aveva ragione quando diceva che noi impariamo dalla storia che nessun uomo può mai imparare nulla dalla storia.”

 George Bernard Shaw

Sono consapevole della correttezza di questa massima, ciò nonostante non mi arrendo. Perciò oggi celebreremo il 125^ compleanno di sua maestà: il DOW JONES.

Ebbene sì, il più famoso indice statunitense ha compiuto ben 125 anni, una vita ormai lunga, che normalmente ci si aspetta sia portatrice di saggezza.

L’affermazione come disciplina di studio, che ha avuto negli ultimi anni la finanza comportamentale, dimostra che non è così.

Malgrado questo, oggi voglio darvi alcuni elementi che spero siano uno spunto per fare alcune riflessioni, e che vi aiutino a scegliere meglio.

Alla nascita il suo valore era di 40,94 punti, il 26 maggio 2021 è arrivato a 34323 punti.

Certo 125 anni sono tanti, ma anche la sua crescita è stata impressionante.

Ma l’aspetto più interessante è stato un altro: è cresciuto malgrado le tante complessità che hanno dovuto superare le azioni che lo compongono.

Portandolo così ad affrontare e superare le crisi che si sono presentate in questi anni, rappresentando perfettamente un ipotetico investitore che non ha mai mosso i suoi investimenti.

Sì, perché il percorso è stato complesso: in questi 125 anni si sono subite, affrontate, e superate, ben 25 recessioni, in media una ogni 5 anni.

Un dato che dovrebbe dare almeno tre certezze:

  1. le recessioni e le crisi sono la normalità;
  2. così come arrivano si superano;
  3. ognuna è diversa dalla precedente.

Perciò, l’unica risposta sensata alla frase “questa volta è diverso”, è: “certo!”.

Un’altra frase ricorrente è “siamo sui massimi”, anche questa però è una situazione normale: per ben 1464 volte l’indice ha superato i suoi massimi.

Come sarebbe potuto crescere altrimenti?

Pensate ad un immaginario investitore centoventicinquenne, che al primo massimo avesse detto: “siamo sui massimi!”, e avesse anche venduto!

So bene che questa è una provocazione, ma la faccio proprio per far prendere coscienza che è normale per un indice azionario, e per un’economia, essere su nuovi massimi.

Inoltre, non si può sapere se quel massimo sarà seguito da un calo, oppure da un nuovo massimo. Perciò, poche volte è stato vincente vendere perché si era “sui massimi”.


Quindi un insegnamento possiamo ricavarlo: la prossima volta che stiamo per fare delle scelte perché presi dall’emotività del momento, cerchiamo di capire se stiamo vivendo una situazione eccezionale, o invece, solo un altro momento normale.

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