Imparare a gestire i risparmi per essere indipendenti.

Foto di Rene Asmussen da Pexels

Oggi incontrerò Anna, una cliente per cui so che sono speciale.

Lo sono purché mi ha scelto come unica persona di fiducia per seguire i suoi risparmi, e quando si è trasferita da Bologna a Imola ha deciso che voleva continuare a essere seguita solo da me.

Pur di raggiungermi ha imparato a prendere il 101, la corriera che collega Imola con Bologna.

Anna è una signora di un’ottantina d’anni, rimasta vedova quasi dieci anni fa dopo essere stata a fianco a suo marito per tutta la vita, sia a casa, sia nella piccola azienda che avevano assieme.

O meglio, in cui lavoravano assieme, perché le decisioni le prendeva Carlo, il marito, tanto in ditta quanto a casa.

Era un’officina meccanica, lavori al tornio, frese, come ce ne sono tante attorno a Bologna.

Tante ore lavorate, coraggio, intuizione e quel non so che. Insomma, quello che a Bologna si dice sbuzzo.

Dall’amore con Carlo è nato Mario, fa tutt’altro; gli hanno fatto studiare ingegneria, mi racconta sempre Anna. Lo dice con orgoglio. Loro di origini umili hanno un figlio ingegnere diventato dirigente. Vive a Imola, quando è rimasta vedova ha preso un appartamento vicino a lui e si è trasferita.

Quando è mancato Carlo è crollato il mondo di Anna: l’amore che ha fatto trascorrere una vita sempre fianco a fianco, ma anche la colonna che le dava sicurezza, che sapeva le cose e che decideva.

Anna oltre a vincere il dolore si è dovuta reinventare: conosceva tutto Carlo, gestiva tutto Carlo, decideva sempre Carlo.

Mario stando a Imola non è lontano ma neanche vicino, poi, il suo lavoro, è sempre impegnato.

Una sua amica mia cliente le parlò di me e ci presentò; al primo appuntamento le spiegai cosa faccio come consulente finanziario, in che modo sono utile ai miei clienti e perché ho scelto la banca con cui lavoro.

Foto di Sabine van Erp da Pixabay

Anna non sapeva praticamente nulla di ciò che aveva, la delega che aveva dato a Carlo era stata totale, perciò la prima impresa fu quella di recuperare i documenti per conoscere tutto il patrimonio, persino dove era depositato.

Inoltre, in quel periodo Mario dovette stare all’estero per l’azienda, perciò aiutai Anna anche per la successione, sia per i documenti, sia per indicarle dei professionisti affidabili.

Terminato tutto l’iter della successione cercammo di capire quali sarebbero state le esigenze di Anna nella sua nuova vita, quali spese avrebbe dovuto affrontare e quali sicurezze si sarebbe dovuta costruire.

Anna voleva conquistarsi quell’autonomia che non le era mai interessata, le suggerii di parlarne al figlio. Mario mi volle incontrare, era il momento in cui stavo valutando come intervenire sul patrimonio della madre.

Per lui ero un estraneo, stavo parlando di denaro con la madre vedova e anziana che nella vita si era sempre occupata d’altro. Perciò nei primi cinque minuti dell’incontro fece fatica a celare la sua diffidenza.

Foto di bertholdbrodersen da Pixabay

Gli spiegai cosa fa un consulente finanziario, gli mostrai ciò che avevo fatto fino a quel momento per la madre, e gli raccontai i desideri che Anna aveva.

Mario oltre a vedere in me un supporto per la madre si sentì rasserenato perché riconobbe in me una presenza che sarebbe stata vicina, anche nei momenti in cui sarebbe stato totalmente assorbito dal lavoro.

Da allora Anna si è scoperta con molte più capacità di quante immaginasse, ha coltivato nuovi interessi ed è diventata una donna sicura a più di settant’anni. Col mio lavoro l’ho aiutata in tutto il percorso, ecco perché per lei sono “speciale”.

Oggi verrà per parlare di sua nipote, vuole affidarle un piccolo gruzzoletto, vuole che impari a gestirlo sin da ragazza, perché lei sappia essere indipendente da subito.

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