
Conoscere, comprendere, scegliere è un processo, lineare e di buon senso.
Eppure quello che avviene più frequentemente è: giudicare, agire.
L’effetto è di trovarci spesso spiazzati, oltre a fare valutazioni clamorosamente sbagliate.
Ve ne parlo perchè da anni si parla di globalizzazione, problemi comuni, economie sempre più connesse tra loro, ora, anche virus che diventano pandemie.
Infatti, le culture sono differenti, anche se ci stiamo contaminando vicendevolmente, e le soluzioni praticabili in un posto non lo sono in un altro.
Quindi la tentazione di misurare tutto con lo stesso metro è forte, in fondo le situazioni sono sempre più condivise e simili, tuttavia le soluzioni e le strade percorse dagli stati e dai continenti sono diverse tra loro.
Esserne consapevoli è fondamentale anche quando si valuta dove e come investire, bisogna indossare delle lenti che ci permettano di leggere bene le singole situazioni.
Facciamo qualche esempio con qualche caso pratico.

Il governo è il problema
Vi suona famigliare? Secondo voi chi ha pronunciato questa frase cosa voleva dire? Cosa si aspettava dal governo?
Molti probabilmente hanno pensato ad una cattiva gestione politica, con interventi sbagliati e insufficienti, non è vero? Guardando attraverso le nostre lenti è normale, siamo abituati all’Italia e all’Europa, ci aspettiamo e vogliamo interventi dei governi, che siano efficaci e di sostegno alle crisi.
Vogliamo governi presenti, e al nostro fianco.
Ora vi riporto la frase per intero
Il governo non è la soluzione al nostro problema. Il governo è il problema.
Ronald Regan
Con questo intendeva che la presenza del governo era troppo ingombrante, e che i cittadini dovevano essere più liberi e agire singolarmente, anche nell’ingegnarsi a trovare le soluzioni ai propri problemi.
Quest’ approccio negli USA è assolutamente bipartisan, travalica l’appartenenza partitica, è più un elemento culuturale nazionale.
Se fossimo stati in Cina? Probabilmente sarebbe stato inconcepibile pensare a un governo poco presente o assente, ma anche metterlo in discussione.
Infatti i cittadini sono sottoposti a sistemi di rating sociale, uno degli elementi che ne fanno abbassare la valutazione sono le eventuali rimostranze, o ancor peggio le critiche.
Gli effetti dell’abbassamento del rating variano dall’impossibilità di acquistare certi capi di abbigliamento, all’ inaccessibilità dei ristoranti, fino al divieto dell’uso dell’aereo.
In ultima analisi si è al servizio dello stato.



Anche solo da questo esempio si innescano tantissime conseguenze, vanno dalla gestione dei conti pubblici, all’economia, alla gestione della pandemia, ecc…
Chi protegge ma schiaccia, chi lascia libero ma senza rete e chi decide dove farti andare.
Problemi uguali, risposte diverse, benefici e limiti diversi. Forse cercare di comprendere effetti e implicazioni è più utile che giudicare, specialmente con criteri validi solo nella realtà in cui viviamo.
Una delle frasi che mi capita più spesso di sentire è “non riesco a capire come sia possibile che…”, riferita all’andamento degli investimenti, o delle economie di alcuni paesi.
L’impossibilità a darsi una spiegazione nasce dal fatto che cerchiamo di aprire delle serrature utilizzando la chiave sbagliata, non nasce dalla mancanza di dati a disposizione.

Ho scritto di prospettive differenti, generate in aree geografiche diverse, e culture distanti tra loro. Questo vale anche quando si parla di settori economici, o di strumenti di investimento.
Un esempio pratico? Valutare un prodotto di rendita con i criteri di uno finanziario.
Cosa si può fare in queste situazioni? Sicuramente è impossibile conoscere tutto, però possiamo sforzarci di sospendere il giudizio, provare ad accantonare i criteri di valutazione che abbiamo sempre utilizzato, e guardare con la consapevolezza che stiamo vedendo qualcosa di nuovo.