
Scherzi a parte, non sto parlando della serie tv danese, tanto meno di una bella ragazza, ma di RITA (Rendita Integrativa Temporanea Anticipata).
Desidero affrontare questo tema, perché può essere una valida soluzione per voi o per i vostri conoscenti , che hanno un pensiero fisso in testa: “Voglio smettere di lavorare e andare in pensione!“
RITA, è stata introdotta nella legge di bilancio 2018, non se ne sente mai parlare, a differenza delle varie: APE, Social, Volontaria… ci manca solo l’ape MAIA!

Eppure ha delle caratteristiche molto interessanti.
Prerequisito principale: avere un fondo pensione, sia esso aperto (come ad es. “Allianz Previdenza”), sia esso chiuso (come ad es. “Previndai”, “Cometa”, ecc…), oppure un Pip.
Chi ne può beneficiare?
Due grandi categorie:
- I lavoratori che abbiano un’età tale per andare in pensione “di vecchiaia” entro i 5 anni successivi, e abbiano versato almeno 20 anni di contributi;
- i lavoratori che risultino inoccupati (non sarebbe più semplice scrivere disoccupati????) da più di 24 mesi e che abbiano un’età tale per andare in pensione “di vecchiaia” entro i 10 anni successivi.
La pensione di vecchiaia è quella che prende come riferimento l’età, e un minimo di 20 anni di contributi versati.
Come funziona?
Si può chiedere al fondo pensione un’erogazione frazionata di tutto o parte del montante, cioè del capitale versato, più gli interessi, nel periodo necessario alla maturazione della pensione di vecchiaia.
Ad erogarlo è il fondo pensione, ed erogherà il montante attraverso delle rate.
Da qui Rendita Temporanea.

Inoltre, se ci fosse un ripensamento si può sempre interrompere l’erogazione.
E le tasse?
Chi richiede RITA può scegliere tra due strade: o la tassazione ordinaria, o una ritenuta a titolo d’imposta, che va da un massimo del 15% a un minimo del 9%.
Da cosa deriva la differenza? Da quando si è aderito, infatti dopo il quindicesimo anno dall’ adesione, la tassazione a scadenza cala di uno 0,30% all’anno, fino a un minimo del 9%.
Se si considera che l’aliquota marginale Irpef varia dal 23% a un massimo del 43%, più addizionali varie, converrà quasi sempre scegliere la ritenuta.

Inoltre, si riesce ad entrare in possesso di tutto il capitale del fondo pensione in pochi anni.
Perciò faccio fatica a comprendere perché non se ne parli mai.